Archivi giornalieri: martedì, 28 marzo, 2006

Cose Nostre.

Scusami, mi girano le ovaie.

All’alba del terzo millennio, sincronizzata mensilmente con la luna crescente, sto soffrendo per la prosecuzione della specie.

È un dolore molto intimo e dolce che mi fa sentire donna. Palle. È un dolore fortissimo che mi spappola come un pomodoro nel frullatore. Bladi cler, scusate l’immagine Pulp fiction.

Aspetto che uno dei miei FANS faccia effetto. Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (non i piccoli fans di sandra milo e neanche i Romei da serenate veronevoli).

Sia Lode all’ipubrofene.

E

Sia Lode a Clemente.

L’assorbente.

Interno

(come gli interna corporis acta del parlamento, insindacabile). Del resto, nessuna donna sana di mente scalerebbe alberi con un paio di pantaloni bianchi ed un assorbente esterno (anche se avesse le ali, clemente, non lei) al fine di recuperare un gatto o un palloncino. Nessuna donna sana di mente con lo stesso equipaggiamento farebbe paracadutismo. Il clemente, invece, questo sì che è l’invenzione del secolo: l’emancipazione dei movimenti e dei vestiti dai vincoli della fertilità.

Sono un ettaro di terra fertile e dolorante.

Devo cercare asilo in un romanzo verista.

Oppure, in tempi di elezioni.

Le donne colle dimostrazioni sono una forza politica.

Non dico di fondare un partito perché voglio stare qui. (anche se, in un paese dal pluripartitismo estremo che il proporzionale stimola, ci si potrebbe inserire tra gli automobilisti, gli innamorati, i pensionati, i nordisti, i sudati, chiategorie e griglie, chi più ne ha che se ne fa).

Non dico di fondare un movimento perché ho ancora male al pancio.

Inserire una postilla in un programma. Questo si.

Postilla articolata in tre punti.

a) per quattro giorni (liberamente distribuibili a partire da due giorni prima del R-Day, reddei)
i cambi di umore e i cambi di amore della donna sono coperti da una esimente impertinente, una scriminante tranchante. Il diritto a piangere ridere piangere arrabbiarsi e mettere il muso senza dare giustificazioni. E senza, per cortesia, che nessuno mi dica “hai le tue cose, ecco perché” con un tono volutamente discriminatorio. Potrebbe farsi ricorso ad un segnale convenzionale, ad esempio, potremmo portare un anello tiffany con un topazio. Ovviamente fornito dal servizio sanitario nazionale. Del resto ho letto che il topazio attenua i dolori addominali.

b) Possibilità per tre giorni al mese di lavorare da casa in pigiama. (lo so che voi direte che io lavoro sovente da casa in pigiama, ma parlo per l’umanità tutta, anzi la donnanità tutta).

c) Istituzione di un CADòI: Comitato Assistenza Donna Indisposta. Incaricato di portare un mazzolino di fiori di campo e di fornire Fans e Clementi in caso di necessità. E al quale ci si può rivolgere nel caso di infrazione dei punti a) e b).

d) Incentivi (avevo detto tre punti? Che fate, mi controllate la vena creativo impegnata?) per chi ricopre la donna con una CoCoCa: Coltre di Coccole Calde. Si può pensare ad un sistema di autocertificazione che consente di accedere a bonus di vario tipo: bonus calcio, bonus lasagna, bonus altro che qui non posso dire ma.

Mi sembra ragionevole e, anzi, costituzionalmente obbligato.

Fa un po’ fascio? La donna e la famiglia?

Non è vero, le dimostrazioni sono rosse e quindi sono di sinistra.

Le QUOTE ROSSE sono un fatto che non può essere ignorato. E considerarle specificamente in un programma politico non è una discriminazione al rovescio. Neanche al dritto. E neanche di volè.

Certo che, Evetta cara, se proprio dovevi fare tutto questo casino, potevi almeno rubare un diamante: di sicuro sarebbe stato peccato più originale e persempre di una mela.

c.