Archivi giornalieri: giovedì, 7 settembre, 2006

la posta del Cuore (3)


cara chiara,
ho un dubbio amletico, che mi tiene sveglia di giorno, così la notte posso dormire.
è meglio essere stronza e avere un uomo troppo buono, o essere troppo buona e avere un uomo stronzo?
la cosa mi interessa, ma non troppo.
le mie indecisioni mi consentono di vivere con serenità.
ma forse è tempo che qualcuno mi dica ciò che è giusto.
quel qualcuno sei tu.
le tue nuove ballerine verde salvia sono meravigliose.
grazie,
F.

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Cara Effe,
dai tuoi toni ho ragione di ritenere che tu ti chiami Foglia, e stai come d’autunno sull’albero.
ma io ho sempre ragione di ritenere che ho sempre ragione, e ti offro un puntuale responso.
Vedo che la cacofonia dell’incipit non abbandona i miei assidui lettori.
A questo punto perchè non osate un “Cara Chiara ChiarAracnide ChiArnosa”? Lo apprezzerei come una tegola sulla testa mentre piove e tira vento.
Chiusa la parentesi che non avevo aperto.

Vedo che ti sei scontrata con la dura legge del cuore.
Dura lex sed lex, dicevano gli antichi greci.
Ma fatta la legge trovato l’inganno, dicevano gli antichi aborigeni dell’australia dell’ovest.
(hai mai visto un tramonto sul mare dell’australia dell’ovest? io no. anche perchè faccio confusione tra sollevante, gobba a ponente e luna crescente. ma questo è un altro paio di maniche. sei mai stata nel tunnel sotto la manica? io no).

La dura legge del cuore è che la coppia vive una fase iniziale di fisiologico equilibrio.
tale equilibrio è fatto di due ruoli squilibrati. che essendo esattamente opposti, si equilibrano (e si attraggono anche).
Uno fa lo stronzo, Una fa la buona. O versa vice.
(in questo spazio qualcuno potrà scrivere che è una banalità che scrivo perchè ho vissuto delle profonde delusioni d’amore).
(in questo spazio replico: non è una banalità, ma è frutto dell’attenta osservazione empirica dal basso del mio empireo state building.
non ho vissuto delle profonde delusioni d’amore, io: altrimenti non sarei qui a dispensare perle di saggezza e non sarei così farfallamente felice).

il punto è: controllare il naturale equilibrio che nasce dallo squilibrio degli opposti
per
sostituirlo q.p. (=quanto prima) con un fisiologico sempiterno equilibrio che nasce dall’equilibrio dei diversi.
come realizzare questo passaggio senza ombre e senza (troppi) dolori?

ipotesi a) ti innamori di uno stronzo.
è questa l’ipotesi più difficile da gestire, in apparenza.
devi accettare il ruolo di buona.
per un periodo di tempo determinato, molto determinato.
appena prossima alla saturazione, prima che la tua autostima sia irreversibilmente danneggiata,
ma quando lo stronzo ha avuto modo di apprezzare (sia pure senza consapevolezza) le tue quality street (come le caramelle),
entra in una specie di silenzio stampa.
cioè tiratela.
per un periodo di tempo determinato, molto determinato.
subito prima che lui arrivi alla soglia della saturazione, prima che la sua autostima sia irreversibilmente danneggiata, ma quando tu sei pienamente consapevole delle sue quality street (come le caramelle),
torna dolce.
a questo punto, ognuno ha avuto modo di conoscere both sides of story, come direbbe filippo collina, e siete pronti per ripartire felici e fondenti.

ipotesi b) sei una stronza e un buono si innamora di te.
questa è la vera ipotesi difficile da gestire, contro l’apparenza.
perchè se lui non ha letto la posta del cuore e non è in grado di attuare il piano a),
il rapporto si logora nel suo squilibrio perchè tu perdi ogni stima nello zerbino o perchè lo zerbino si satura e ti manda legittimamente nel paese di puzzolandia.
e tu non ci puoi fare niente.

esistono forse ipotesi mediamente equilibrate,
del buono che si innamora della buona e vivono per tutta la vita annoiati e contenti,
o dello stronzo che si innamora della stronza e vivono per tutta la vita innamorati e gastritici.
si tratta però di ipotesi senza dialettica e senza sintesi di cui il mio animo votato alla contraddizione non può che disinteressarsi.

la combinazione del piano a con il piano b, per quanto mi riguarda…..
… per quanto mi riguarda sono un pò fatti nostri.
la fortuna aiuta gli (archi) audaci.

§
quanto alle ballerine:
devo riconoscere che sono davvero meravigliose.
quando le ho comprate dal mio scarparo preferito, magli bruno,
la mia signorina in blu preferita ha insistito per darmi un certificato sull’animale dal quale esse medesime provenivano.
questo mi ha gettato nello sconforto animalista più totale.
ma ormai che avevo pagato, e che sono così belle, cosa avrei potuto fare?
di certo non credo che nessuno mi chieda di esibire il suddetto pis of peipar.

§
con affetto reciproco (quello che ti do me lo riprendo)
chiara.

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