Archivio mensile:giugno 2007

senza perdere lo smalto.

l’estate sta finendo
oppure
l’estate ha cambiato idea
oppure
aspetto l’estate.
intanto piove.

in spite of that, i miei due piedi ormai sono nel mood sandalini.
quando ero piccola, fase A, al mare mi piacevano le donne con lo smalto rosso nelle (o sulle) dita dei piedi: erano piedi allegri.
quando ero meno piccola, fase B, lo smalto rosso mi sembrava di pessimo gusto (oppure roba da elefanti che si nascondono dietro un cespuglio di fragole).
quando ero ancora meno piccola, fase C, questo pomeriggio, mi sembra impossibile non mettere lo smalto rosso, nelle (o sulle) dita dei piedi.
non rosso scuro, marrone, bordeaux o, per cortesia, viola o malva.
solamente rosso, anzi, per dover di cronaca, RUSSIAN RED.

ho sentito di un posto, in asia, dove la caduta dello smalto sulle unghie è una meditazione zen.
di un altro, in nord america, dove la deposizione dello smalto è usata come antidepressivo.
ovviamente me lo sono inventato.
ma funziona.

dieci diti (dita), ringraziando il good God (la mia mamma in effetti appena sono nata si è sincerata del numero esatto dei miei diti, mani e piedi),
dieci diti (dita), dieci piccoli pensieri.

ALLUCE SINISTRO
chissà perchè i diti (dita) dei piedi hanno nomi diversi rispetto a quelli delle mani.
alluce in particolare è un nome proprio brutto. è un nome grasso.
meglio allure (che fa rima con pedicur, peraltro).

SECONDO DITO SINISTRO
chissà perchè i diti (dita) dei piedi hanno nomi diversi.
posto che hanno nomi diversi dalle mani, per qualche mistero epistemologico o etimologico,
perchè (tranne l’alluRe) hanno dei numeri e non dei nomi?
quasi fossere galeotti. paura che scappino? e se non scappano loro, chi scappa di me?

TERZO DITO SINISTRO
smetto di pensare ai nomi dei diti (dita) dei piedi.
non ci riesco.
perchè non usare i nomi di dieci piccoli indiani?
dei dieci nani?
di dieci cocktail?
di dieci santi?
adesso che il mio terzo dito è dipinto di rosso, mi piacerebbe usarlo come un MEDIO e mandare qualcuno a quel paese (o somewhere, over the rainbow).

QUARTO DITO SINISTRO
non sopporto quelli che mettono gli anelli negli anulari dei piedi.
non sopporto gli uomini sposati che non mettono la fede perrchè gli dà fastidio.
non sopporto le donne sposate che mettono la fede a giorni alterni, quasi fossero targhe.

QUINTO DITO SINISTRO
la piccolezza del mio mignolo mi emoziona troppo.
mi sembra l’ultima ruota del mio ultimo carro.
eppure se non ci fossi tu, sarebbe tutto diverso.
scusa, per tutte le volte che hai sopportato le scarpe strette.

ALLURE DESTRO
il mio allure destro lo trovo veramente dispotico.
sono quasi sicura che se potesse, voterebbe a destra.
due passate di smalto rosso. e vediamo chi comanda.

SECONDO DITO DESTRO
Chi ha il secondo dito del piede sinistro più lungo dell’alluce, spesso è sofferente di cuore, vive in modo iperattivo, con emotività, ama vestire di colori scuri e nel cibo preferisce i sapori amari.
Non è il mio caso.
La lunghezza dei miei diti è armoniosa come una partitura di Bach.

TERZO DITO DESTRO
come ci si innamora? si cade, si inciampa o si vola?
come me ne accorgo? me accorgo perchè è un pensiero ricorrente e totalizzante.
quando sbuccio una pesca, quando mi allaccio le scarpe.
e io mi allaccio le scarpe continuamente, per la ragione che non le so allacciare e mi si slacciano continuamente. anche le ballerine.
i miei due piedi adorano le ballerine.
ma non si vede più lo smalto.

QUARTO DITO DESTRO
e come ci si disinnamora? si cade, si inciampa o si vola (via)?
come me ne accorgo? me ne accorgo perchè smette di essere un pensiero ricorrente e totalizzante?
è la cosa più terrorizzante dello spazio cosmo, comunque.
più dei ragni giganti dell’Askansas, la cui capitale è little rock.
ammesso che in arkansas ci siano ragni giganti.
e ammesso che il nostro è un momento punk, senza bestie.

QUINTO DITO DESTRO
il mio mignolo destro corrisponde ai miei spiriti infantili.
me l’ha detto il mio agopuntore riflessuologo di Hokkaidō.
non è vero.
me lo sento.
il mio mignolo destro vorrebbe vivere in un’isola felice. o almeno in un’isola emotiva.
non in mezzo al mare.
il mio mignolo destro crede che l’amore sia un’isola, e se non si sente naufrago soffre.
anche io.

per questo i miei diti dei piedi sono nel blu dipinto di rosso.
non ci resta, a noi undici, di aspettare che asciughi.
e volare, o-o.

riassunto delle puntate precedenti: 1000 dollari sul rosso.

“Chi sono
dove sono
quando sono assente di me?
da dove vengo
dove vado oh
Chan-son egocentrique
self centred song”
(F.B.)
Chi sono dove sono quando sono assente dal blog?

Ecco cosa è successo:
sto finendo di scrivere un libro.
non è un romanzo rosa. nè giallo. nè blu.
è un libro di diritto. sul diritto ai diritti.
questo non mi ha impedito di citare de andrè ed exupéry.
ma ho fatto tante e tali nottate, e scenate di isterismo individuale e collettivo,
e occhi e dita e cervelli e animo bruciacchiavano
che non ci sono riuscita, ad essere qui.

però questo mese uno dei mesipiùbruttidellamiavitaamomentialmeno
ha prodotto anche dei chiarapensieri.

CHIARAPENSIERO NUMERO UNO
se incontrassi un mio polmone in mezzo alla strada, lo riconoscerei come mio?
e se incontrassi i miei piedi senza di me, li riconoscerei come mie pertinenze?
e come potrei distinguermi da una mia sosia, da sola?

CHIARAPENSIERO NUMERO DUE
quando passano le ambulanze mi viene davvero da piangere.
penso ai miei cari. penso a quelli che non mi sono cari però. e penso ai cari di quelli che non mi sono cari e a come si sentono.
non possono essere sempre acque che si rompono.
quando le file di macchine si aprono come il mar rosso mi emoziono sempre un po’.
quando i furbi si mettono dietro alle ambulanze mi arrabbio un po’. (a meno che non siano parenti).
vorrei che il traffico rimanesse fermo, però, per tre minuti. per raccogliere un po’ di speranza cosmica.

CHIARAPENSIERO NUMERO TRE
Biancaneve è meglio di Cenerentola.
L’ho capito leggendo Barthelme (su minimum fax).
Lei che vive in una comune facendo sesso con sette nani che lavano i vetri dei palazzi.
La cattiva che cerca di avvelenarla con una vodka tonic.
Vorrei un vestito da Biancaneve. Senza aspettare carnevale. Per metterlo.

CHIARAPENSIERO NUMERO QUATTRO
I gelati microscopici sono molto graziosi.
Ed è diverente portarli a tavola dopo una cena con una certa indifferenza.
Ma il loro potenziale calorico non è più basso di un gelato normale, se ne mangio due barra tre.

CHIARAPENSIERO NUMERO CINQUE
Momentaneamente sono serena.
Nondimeno, ho deciso di anticipare la crisi dei trent’anni a partire dal 22 giugno di quest’anno.
Mi avvantaggio, e quando si concluderà la guerra (dei trent’anni) avrò risolto tutto, e non romperò le scatole a nessuno, soprattutto a me.
Tra dieci giorni faccio i miei bilanci.
Butto un po’ di cose. Altre le ripulisco per bene.
Mi faccio un riassunto delle puntate precedenti.
E sarò pronta per fare il mio gioco.

BEWARE.

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