maracaibo, mare forza nove, fuggire si ma dove? zà zà.
sono stata una settimana una in sicilandia.
anzi, come si dice dalle nostre parti, sfidando rotazione, rivoluzione terrestre e forza di gravità, sono scesa.
ho dormito per la prima volta nel mio nuovo bilocale.
avere di nuovo una casa nel posto che si sente come casa,
è come riuscire a incollare tutti i pezzi di un guscio,
lasciare una piccola porta e impulcinarsi di nuovo.
ho fatto il bagno sotto la luna.
mi sono annerita con i raggi uva,
e mi sono ubriacata di succhi di uva.
ho ricominciato a parlare come yoda. tornata sono. chiara sono. bella sono.
tra gli altri (…),
sono stata avvicinata da un diciottenne che quasi quasi quasi potrebbe essere mio figlio,
da un matto di paese che sforna settecento chili di pane al giorno e che piacerebbe a de andrè fabrizio,
da un poliziotto border line che ama mettersi in malattia per non lavorare.
ho fatto le cinque. e cinque dieci. e cinque quindici.
mi sono commossa di panelle.
ho ballato maracaibo davanti alle saline.
e ho fatto la più bella danza del cuore.
la cuginanza è una danza, che silvestri daniele non ha capito abbastanza.
perchè io sono figlia unica,
ma ho un parterre di cugine che neanche in una sagRa di tolkien.
le mie cugine assortite sono venute a prendermi a palermo con un cartello con su scritto cugina chiara.
cugina giorgia è mia sorella:
ed è talmente pulita e solare,
che quando canto con lei le canzoni anni sessanta in macchina vagando per spiaggie e cornetti, faccio un control alt canc che mi riavvia alla felicità.
Dice Gaetano Savatteri, nei Siciliani,
che ci si accorge di essere siciliani solo quando si esce dall’isola (CU NESCI, ARRINESCI).
E i siciliani sono di scoglio o di mare aperto.
Di scoglio sono quelli che, una volta lasciata l’isola, già al secondo giorno hanno una crisi e il terzo giorno decidono di tornare.
Di mare aperto sono “quelli che fanno della loro sicilitudine una specie di patrimonio personale e lo utilizzano per vivere una vita diversa.
In Sicilia ci tornano perchè sta loro nel cuore, ma comunque scelgono di proiettarsi su un altro orizzonte”.
dice che io sono una siciliana di mare aperto.
Dio, o quantomeno Nettuno solo sa quanto, in questo attimo,
io vorrei essere una cozza.