se trattassimo le emozioni con la stessa gentilezza con cui guardiamo alle vitamine,
senza ossidarle,
senza frullarle,
senza centrifugarle,
senza tagliarle con lame di metallo (per carità),
ma
lasciandole vive,
cercando il succo,
con molta lentezza e con gli abbinamenti giusti,
il nostro sistema cardiocircolatorio funzionerebbe meglio
affronteremmo meglio i gerundi, i radicali liberi, i mali di stagione
e,
soprattutto,
le nostre parole profumerebbero di gelsomino azzurro.