però,
se si potesse allargare la cruna dell’ago così da farci passare un cammello, due cammelli, tre cammelli…
avremmo un ago cammellato.
e con un ago cammellato cosa ci fai, dirai tu?
ci posso cucire ovviamente, dico io.
e cosa ci cuci, dirai tu?
un sacco di cose, dico io.
per esempio
una coperta che è una mongolfiera
perché a volte è tempo di nascondersi e a volte è tempo di scappare
(senza per forza richiamare l’ecclesiaste
che il cammello e la cruna erano in effetti già abbastanza biblici).
e con cosa cuci, dirai tu?
allora ascolti, dico io.
cucio le contraddizioni, per esempio:
tra ingenuità e acume,
tra erudizione e delicatezza,
tra leggerezza e serietà (cit.)
e cosa viene fuori, dirai tu?
un disegnino grandissimo, dico io,
mica si può fare a tinta unita la mongolfiera,
che la sobrietà rassicura ma stanca al secondo giro di do,
e che se poi la mongolfiera dovesse scoppiare, hai visto mai,
almeno avremmo una pioggia di coriandoli.
e quindi, dirai tu?
e quindi, dico io,
viene fuori un modo,
che poi non lo so se è una somma di ricordi o di desideri,
non cambia poi tanto in effetti,
viene fuori un modo
di sentire gli occhi lucidi
di cantare nello stomaco
di nascondersi tra una spalla e un.
si ma il disegno, dici tu?
nel disegno ci sono due seduti nell’acqua bassa, dico io,
e ovviamente c’è una luce bellissima,
e lui dice a lei:
“abbiamo finito gli esami di maturità e adesso dove ci iscriviamo?”
e lei pensa:
sarebbe bello essere nel tipo giusto di periodo ipotetico.